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al testo di Federico Zucchi
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Amare con volto
Dicevano di amare l'intera umanità ma quando un soldato nemico si trascinò ferito nei campi circostanti la casa, si ricordarono di non sopportare l'acustica del pianto non commestibile e denunciarono l'infiltrato all'Accademia della Crusca. Dicevano di amare la pace ma quando il pane divenne oro al mercato nero della disgrazia sollevarono cinte murarie intorno ai granai, abolirono la scorta alle colombe scorrette, impararono a chiudere un occhio e poi tutti e due, fino a sentirsi martiri offesi in tutto quel bianco. Dicevano di amare l'uomo in generale ma temevano il volto non epurato la lacrima impropria il sorriso delle salamandre apparso nella pioggia ritrosa la solitudine di un grattacielo dentro un gomito di neve la nuca di un vagabondo sul prato all'inglese l'alito cattivo di chi bacia ogni giorno un rospo che non si trasforma. Uno a uno si può amare un volto senza astrazione, quegli occhi, quella voce, il tatuaggio del sonno sugli zigomi azzurri, l'inestirpabile oscuro che ogni frutto preserva. |
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